Roberto Cipresso e La Quadratura del Cerchio
Roberto Cipresso e la Quadratura del Cerchio – Inizio dell’anno con molte novità e soddisfazioni. La mia prima intervista live realizzata con questo mese dedica uno spazio per uno dei migliori winemaker riconosciuto in tutto il mondo.
L’intervista realizzata quest’ultimo giovedì 04 Febbraio sul canale Instagram è stata molto emozionante, e porta valori che il lavoro del vino offre e ha aperto suo cuore, rivela le sue idee in confronto con il mondo del vino, del marketing e delle persone.
Saper sognare e concretizzare i propri sogni
Ho conosciuto il lato sognatore di Roberto Cipresso: lui pensava in scalare e ambiva soddisfare sua anima affamata per raggiungere le vette più alte.
Ma la passione per la ricerca e fatica lo spinge ad andare a lavorare con il vino, un mondo altrettanto pieno di sfide e soddisfazioni.
Vino e montagna portano insegnamenti comuni: le sfide, convivere con la paura, misurare le qualità e capacità, e essere consapevoli dei nostri limiti.
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Interpretare la natura fa parte della quotidianità di chi lavora con il vino. Trascinati a volte dal pensiero banale, quello della madre Natura, ma anche saper evolversi con le sue intemperie.
L’approccio con il mondo del vino
Usa la citazione dell’intellettuale Folco Portinari (scrittore, saggista, poeta e docente universitario)
La competenza non si misura con l’utilizzo di un linguaggio più sofisticato.
La cultura del vino è cercare di farsi capire dagli altri ed essere completamente intesi. L’autenticità a volte si perde con il marketing, e tenere conto di questi dettagli e importarsi con gli altri deve essere un valore aggiunto.
Roberto e La Quadratura del Cerchio
Sul 43° paralelo credo che esistono un’energia della terra e singolari posti carichi di energia.
Un quadrato non può mai raggiungere l’area di un cerchio, per una semplice questione di Pi
Se pensiamo alla Giorgia, Le Grotte di Lourdes, la Strada di San Santiago e Compostela, esiste una sottile linea che accomuna questi luoghi.
In Italia, sotto questa stessa linea del 43° parallelo esistono terroir di uve autoctone memorabili come Sangiovese (Toscana), Montepulciano e Sagrantino, che compongono questo vino.
Affinamento 18 mesi in Rovere Francese, 50% primo passaggio e 50% secondo passaggio.
Un fantastico insieme che può aggiungere nuance e dettagli che fanno la differenza.
Note di Degustazione
La creatività di poter creare un vino dosando le caratteristiche singolari di ogni vitigno e con maestria utilizzare le migliori proprietà di ciascun ceppo: risulta un sorso sorprendente.
Alcuni blend sono già famosi per creare componenti che riempiono il gap di un altro ceppo. Questo blend 50% Sangiovese, 25%è assolutamente inedito: una scommessa vincente.
Espressivo ma non esagerato, un vino elegante ma non austero, un tocco vellutato in bocca con sensualità senza essere volgare, e corpo delineato, nè muscoloso nè troppo magro.
I profumi primari sono melograno, ciliegia, ribes. Alcune note terziarie, come tabacco, e pepe nero.
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Assolutamente come buon compagno di chiacchiere e un buon libro, per riflettere che non siamo esseri perfetti, ma quelli che cercano di migliorarsi sempre con l’aiuto di un altro.
Manuela
Da vera amante del vino non posso che apprezzare il tuo articolo e questa chiacchierata mi fa capire la passione che c’è dietro a questo vino.
Valentina
Mi spiace ma sono totalmente astemia. Il tuo articolo è affascinante, ma non posso far altro che girarlo al mio papà che invece apprezza molto il buon vino e cerca le cantine.
Elena Resta
Mi piacciono le considerazioni che derivano da questa chiacchierata. Io adoro il confronto con chi è competente ed allo stesso tempo si pone in modo semplice e genuino.
valeria
Wow! Che persona interessante e che teoria interessante, a questo punto vorrei solo provare uno dei suoi vini
Francesca Maria
I sogni ci aiutano ad andare avanti. Inimmaginabile vivere senza. Mi sarebbe sempre piaciuto approfondire la mia conoscenza del mondo dei vini. E’ stato molto interessante leggere questa intervista. Questi sono temi che meritano un approfondimento anche perchè il nostro paese è leader in questo genere di produzione.
Katrin Poe Mg
Anche se non sono un’intenditrice di vino, sono molto contenta quando si parla di aziende, donne e uomini che lavorano sodo sul proprio territorio, mostrando un’esperienza e i risultati di duri anni di lavoro, ottenere un buon vino, così come anche per altri alimenti come l’olio la materia prima è essenziale, bisognerebbe organizzare un bel tour, per le vigne e uliveti d’Italia, forse abbiamo dimenticatoun po’ il nostro bel paese e le sue meraviglie, potremo una volta passato ‘sto covid, riscoprirlo no?
Luciana Dias
Sono felice che hai accolto l’idea cara Silvia!
Silvia
“”La cultura del vino è cercare di farsi capire dagli altri ed essere completamente intesi. L’autenticità a volte si perde con il marketing, e tenere conto di questi dettagli e importarsi con gli altri deve essere un valore aggiunto.”
Non potevi esprimere meglio il vivere il vino e il “vivere di vino.” Il marketing dovrebbe essere un amplificatore dei proprio valori, del proprio percorso e la condivisione delle proprie conoscenze. Il marketing dovrebbe essere sinonimo di “autenticità” e “condivisione”, non mera pubblicità per fare soldi facili.
Luciana Dias
Si, sono d’accordo con Te, Cristina! i sogni sono la forza che ti spinge andare sempre oltre e avanti.
Cristina Petrini
Non importa se una storia che leggo non parla del sogno che io stessa inseguo, perchè comunque ciò che mi ispira è la forza di farcela. Dunque una grandissima emozione, poi vabbè parlando di vino a me è un mondo che da anni appassiona e sto studiando!